Sfaccettature di noi stessi

Ci sentiamo veramente ‘uguali’ con tutti, mostrando sempre un’identica ‘faccia’ di noi stessi?

Secondo me… non è così!

Ognuno mostra una più consona facciata della propria personalità, alternando le varie sfaccettature dell’essere più profondo, preferendo ciò che si vuol condividere con gli altri, a seconda delle situazioni che guidano le nostre azioni. Dipende da come si interagisce con le persone, dai comportamenti che gli altri hanno nei nostri confronti, veri o ipocriti che siano. Si può quindi immaginare la ‘personalità’ di forma cubica, composta da tante facce da poter scegliere e rivelare per l’occasione alla persona che abbiamo di fronte. Il rapporto tra persone, di coppia oppure tra conoscenti ed amici, è paragonabile ad un tavolo da gioco dove vengono lanciati i dadi da gioco, facendoli correre e ruotare più volte su sé stessi; girano in equilibrio per tutto il tempo necessario nel prendere la decisione di fermarsi in un preciso istante, cadendo e mostrando la faccia adatta, con un determinato punteggio, ovvero il risultato di un giudizio, di un relativo valore e considerazione da assegnare.

Le persone quindi immaginate come i dadi, con sei diverse facce e sei diversi punteggi, in un crescendo di valore a partire da 1 poi 2, 3 e cosi via ,…

Il lato con 1 punto, a colpo d’occhio il più ‘vuoto’ e con il minimo di punteggio, verrà assegnato a coloro che non si interessano di noi, gli ipocriti, i superficiali, gli egoisti e superbì, che pertanto non meritano la nostra fiducia, considerazione e tantomeno importanza. Il lato del valore massimo di 6 punti, quel lato così fortunato e vincente, sapremo assegnarlo a chi ci merita, riconoscendo tutta la nostra stima, lealtà e sincerità.

Molto dipende da come viene lanciato il dado nel gioco della vita, nei rapporti interpersonali; poi sapremo esattamente quando concludere il nostro giro, cadendo dalla parte giusta, mostrando il lato con il punteggio che riterremo più opportuno. Il risultato sarà quasi sempre ‘a specchio‘, cioè i nostri punti risulteranno uguali allo stesso punteggio che l’altra persona ha deciso di mostrare a noi. Con il minimo di 1 punto, per entrambi si avrà perso già in partenza; si potrà ritentare il gioco lanciando più volte i dadi, ma sarà comunque una partita più complicata, poco entusiasmante e convincente. Al contrario se la prima giocata terminerà con la faccia di 6 punti per entrambi, ottenendo perciò il massimo della vincita al primo colpo, ci si sentirà pienamente soddisfatti e vincenti, coscienti di essere stati guidati da quell’impulso naturale che ci ha spinto a comportarci in tal modo, perché non c’è niente di più vero ed attendibile del nostro personale istinto… e non ti smentisce mai!